Pepe la Lepre racconta … di lepri, leprotti e conigli di tutto il mondo (3)

“Il mio racconto corre e corre, anzi leprotta e ri-leprotta come me. Rotola, salta, vola, e ora si posa sulla … Serbia e sul Montenegro”

 Le lepri non sono gli animali più paurosi – Serbia e Montenegro

Un giorno il capo delle lepri, stanco di non incontrare nel bosco mai nessuno dei suoi concittadini, i quali uscivano allo scoperto solo in caso di assoluta necessità, ordinò a grandi e piccoli, femmine e maschi, di presentarsi al raduno che si sarebbe svolto nella valle vicina. Vedendo che stavano per arrivare in molti, i più con le orecchie all’erta e le zampe pronte alla fuga per il minimo rumore, il capo, commosso, si rivolse al suo popolo: – Miei cari fratelli, mie care sorelle, sono felice che siate accorsi così numerosi. So bene quale potenza c’è nelle vostre zampe e quanta bontà si cela nel vostro animo, ma, ahimè, so anche quanta paura è racchiusa nei vostri cuori! Miei cari, non possiamo certo continuare a vivere in modo così vergognoso! Tutti gli animali a quattro zampe si prendono gioco di noi e ci chiamano fifoni. Basta il fruscio di una semplice foglia o il volo di una mosca che in un batter d’occhio ci diamo alla fuga come vigliacchi. Questa è l’amara verità e io non voglio più vivere così, perciò vi ho chiamato per dirvi che andrò in quel lago laggiù, subito dopo il villaggio, e mi lascerò annegare. Ora chi è davvero onesto e la pensa come me, mi segua!

   Dopo aver pronunciato queste parole, il capo delle lepri si girò e si avviò verso il lago. Tutte le lepri presenti al raduno, in fila e nessuna esclusa, lo seguirono in silenzio, saltellando. Arrivata nei pressi del lago, la comitiva rallentò. Da lontano si udivano dei rumori, prima intermittenti e deboli, poi più acuti e rapidi, e infine uno scoppiettio di suoni strani che velocemente confluirono in un chiasso fragoroso, Subito dopo seguì un silenzio totale. Ma la sorpresa fu grande! Le lepri erano tutte lì, nemmeno una se l’era data a gambe. Il capo, orgoglioso, prese subito la parola: – Fratelli e sorelle, fermatevi! Nessuno cerchi di annegarsi nel lago! Come vedete circolano molte bugie su di noi. Avete sentito, poco fa, tutto quel fracasso? Erano le rane in fuga! Bene, ora vi siete resi conto che le rane sono molto più paurose di noi! Quindi tornatevene pure a casa e raccontate a tutti che esistono animali molto più paurosi di noi. E se non vi credessero, mangiategli tutto il grano, prima del martedì grasso!

… Pepe vi saluta dicendo: “il mio racconto non è ancora stanco di correre, spicca un salto e torna tra le nuvole…”

Favola di Nada Strugar  per Emi Editrice Missionaria Italiana –  disegni di Stefania Pravato

16-09-2013 20.25.09

Lascia un commento