M.A.D. – MondoAgricolturaDonna: (10) Sahle-Work Zewde l’unica Presidente donna d’Africa

Dall’ottobre 2018 Sahle-Work Zewde è  Presidente della Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia. E’ l’unica Presidente donna d’Africa.  La sua elezione è avvenuta   a seguito delle  dimissioni del Presidente in carica, dimessosi  6 anni prima della scadenza del mandato,  e grazie alle aperture del nuovo Primo Ministro Abiy Ahmed che ha formato, sempre da aprile 2018, un governo con grande coinvolgimento delle donne (a cui sono stati affidati i dicasteri di Lavoro e Affari sociali, Donne e Infanzia, Comunicazione e Tecnologia, e Cultura e Turismo oltre a  Aisha Mohammed, ministro della Difesa e Muferiat Kamil, alla testa del nuovo ministero della Pace, che controlla anche polizia e servizi di intelligence).

Lago Tana 1830 mt altezza

L’Etiopia è un paese  la cui storia e  leggenda che possiamo raccontare va dall’australopiteco  Lucy (che in amarico gli Etiopi  chiamano  Dinqinesh,  ovvero – sei meravigliosa) a Makede, la  mitica regina di Saba, dal rapimento dell’Arca dell’alleanza alla culla del cristianesimo Copto, dall’invasione italiana nel 1935 alla primo presidente democratico nominato nel 1995, mentre  la geografia ci parla degli altopiani da cui, dal lago Tana, nasce il Nilo Azzurro e percorre 1400 kilometri prima di congiungersi al Nilo Bianco presso Khartoum, in Sudan.

In marzo 2019 l’attualità ci ha raccontato del disastro del volo Boeng 737 con le sue 157 vittime, in giugno 2019 del fallito colpo di stato da parte di un generale dell’esercito e, infine, l’11 ottobre 2019 del conferimento del Nobel per la Pace al Primo Ministro Abiy Ahmed, un contestato premio definito “d’incoraggiamento” per gli sforzi di pacificazione fra etnie (Oromo, Amhara e Tigray le principali) e con la vicina Eritrea.

Sahle-Work Zewde  è una diplomatica di lungo corso, ha promesso avrebbe  strenuamente per la parità di genere. La neopresidente ha anche appoggiato  il suo popolo nel processo di consolidamento della pace con l’Eritrea e di farlo «nel nome della madri perché sono loro che negli ultimi anni hanno sofferto maggiormente».

«Se a portare avanti l’attuale cambiamento ci saranno sia gli uomini sia le donne, allora il risultato sarà la nascita di un’Etiopia senza più discriminazioni religiose, etniche e di genere», ha poi aggiunto nel discorso di elezione  Sahle-Work Zewde, che ricopriva in precedenza la carica di rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres presso l’Unione africana.

Durante la sua lunga carriera diplomatica, la Zewde, 68 anni, è stata ambasciatrice dell’Etiopia in numerosi Paesi, tra i quali la Francia, Djibouti e il Senegal. Nata ad Addis Abeba e cresciuta in Francia, il nuovo Capo dello Stato etiope parla correntemente il francese, l’inglese e l’amarico, lingua locale.  

Makeba regina di Saba

 

 

 

M.A.D. – MondoAgricolturaDonna: (9)Greta Thunberg: venerdì per il futuro

Da fine agosto 2018 a Stoccolma, alla ripresa dell’anno scolastico, Greta Thunberg allora 15enne, il venerdì non va a scuola e si siede davanti al parlamento della sua città. Il suo scopo è sensibilizzare il governo e i cittadini sui cambiamenti climatici.  Ha iniziato pensando di continuare nella sua protesta  fino al giorno delle elezioni del paese, il 9 settembre. A lei si è  subito unito un suo professore, poi altre persone e ragazzi e la sua scelta sta facendo scalpore nel mondo.

Ora ogni venerdì molti ragazzi nel mondo, portano avanti la sua protesta: comunicano su Skype e Whatsapp, si organizzano con gruppi Facebook e postano su Instagram le loro foto con i cartelli di protesta. Anche il prossimo venerdì, in decine di città europee e almeno sei città italiane, saranno in piazza per dire stop al riscaldamento globale, stop con un modello di sviluppo e di consumi che danneggia in maniera definitiva il pianeta.

Greta  ha partecipato alla plenaria del Cop21 a Katowice in Polonia, dicendo, tra l’altro: “Nel 2078 festeggerò il mio settantacinquesimo compleanno. Se avrò dei bambini probabilmente un giorno mi faranno domande su di voi. Forse mi chiederanno come mai non avete fatto niente quando era ancora il tempo di agire. Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando loro il futuro davanti agli occhi.” E a Davos, alle elite del pianeta: “Non voglio la vostra speranza, voglio che entriate nel panico!”

 

M.A.D. – MondoAgricolturaDonna: Nadia Murad Basee Tada (8)

il 5 ottobre 2018 a Nadia è stato assegnato il Nobel per la Pace 2018, condividendo  premio e motivazione con il ginecologo congolese Denis Mukwege “per i loro sforzi contro l’uso della violenza sessuale come arma di guerra”.

nadia 3     E’ una delle migliaia di  ragazze e donne curde di religione yazida (credo monoteista pre-islamico) che sono state vittime di stupri e altri abusi dai miliziani di Daesh (Isis), sistematicamente e nell’ambito di una strategia militare. Riuscita a fuggire dall’inferno di Mosul in Iraq, è riuscita a passare in un campo profughi e poi arrivare a Stoccarda, in Germania. I due vincitori  incrociano i propri destini: infatti, come lo stesso Mukwege  nel 2014, Nadia ha  ricevuto nel 2016 il premio Sacharov. Divenuta ambasciatrice ONU per i sopravvissuti di tratta, nel dicembre 2015 ha tenuto un discorso al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, raccontando la sua storia e appellandosi con forza ai presenti “Vi imploro, eliminate Daesh completamente!”nadia 4

Abbiamo RISO per una cosa seria – campagna 2017

Anche quest’anno il FOCSIV -Volontari nel mondo, propone una raccolta fondi per finanziare i molti progetti che hanno la Terra, il territorio e il lavoro della terra nel loro DNA.

A noi piace soprattutto il progetto rivolto al  Ciad per il quale, in una terra che vede impegnate soprattutto le donne per il sostentamento alimentare e la conduzione del ménage familiare, si potrà contribuire a costruire una pileria per il riso. Per maggiori dettagli il link è:

http://www.abbiamorisoperunacosaseria.it/project/piccoli-progetti-possibili-una-pileria-per-il-riso/

M.A.D. – MondoAgricolturaDonna: 7) Nice – “guerriera” Masai

Una bimba africana di 9 anni, orfana dei genitori. Va a scuola, gioca con le amiche, sente le terribili storie che riguardano l’appuntamento inesorabile della sua comunità: la mutilazione genitale. Nice nice_guerriera_masai_copia– questo il nome della bimba – scappa dal villaggio, dalla casa della zia che la ospita, si nasconde tra i cespugli. Poi va dal nonno e gli dice: “Non voglio essere tagliata. Io voglio studiare, non mi interessa il matrimonio”. Nice, piccola Masai coraggiosa riesce a spuntarla. Oggi è una donna di 25 anni  Ambasciatrice di Amref Health Africa. Gira villaggi e scuole. Cerca di spiegare alle bambine che il destino se lo devono scrivere loro, da sole. Che ci sono leggi, anche in Kenya, che proteggono la loro salute. La mutilazione non è un destino. Fa parte della tradizione ma di quella tradizione che è meglio rimuovere per guardare avanti.  nice

Già oltre un centinaio di ragazzine ce l’hanno fatta. Nice, che ha un talento politico naturale, non ha scelto la contrapposizione, ma il dialogo. Ha dovuto parlare con i vecchi, spiegare che ci sono riti alternativi possibili alla mutilazione, si è fatta ricevere dai giovani guerrieri Moran. Ha chiesto loro: “Volete spose sane? Volete che i vostri figli nascano forti e belli?”. Hanno capito, hanno accettato. Al posto del rito tradizionale delle mutilazioni, Nice insieme ad Amref propone un nuova procedura di iniziazione che dura tre giorni e dove il passaggio all’età adulta si celebra venendo benedette dagli anziani sui libri, cantando: “Spegniamo il fuoco delle mutilazioni, accendiamo la luce dell’istruzione”. I maschi le riconoscono una leadership naturale: Nice ha ricevuto “il bastone nero” che viene concesso solo ai saggi Masai. Ha cambiato il suo destino e anche quello delle bimbe che verranno domani.

 

15 novembre 2016: cibo per la famiglia

mad-africaogni giorno, nel Mese del Creato …

“In molti Paesi in via di sviluppo le donne sono vitali per la produzione alimentare, rappresentando circa il 43% della forza lavoro agricola. Alcuni stimano che l’80% del settore agricolo in Africa e il 60% in Asia è costituito da donne. Solo parlando delle zone rurali, le donne producono il 50% del cibo del mondo. Ricevono solo l’1 per cento del credito, ma producono il 50% dei prodotti alimentari. In Kenya, è molto più tipico vedere una donna da sola con un bambino legato sulla schiena che lavora la terra con una zappa in mano piuttosto che vederla con il marito. In un remoto villaggio del Nepal occidentale (quel tipo di remoto per cui occorre camminare mezza giornata per raggiungere la strada più vicina), l’agricoltore che tutti in città reputavano il più innovativo era una donna. La sua azienda si ergeva sul fianco della collina ed era un’oasi di crescita e di diversità, mentre le altre aziende stavano subendo l’erosione del suolo e lo scarso raccolto. Recentemente nella Repubblica Dominicana ho partecipato ad un progetto agricoltore-ad-agricoltore focalizzato sulle donne agricoltrici nella produzione casalinga di piante di peperoni. Questo solo un piccolo assaggio del lavoro femminile nell’agricoltura. (Tratto da “Is Empowering Women Key to Eradicating Global Hunger?” di Juhie Bhatia pubblicato da “La Stampa”)

 

13 novembre: 2016 anno internazionale Fao dedicato ai legumi

2016-anno-dei-legumiogni giorno, nel Mese del Creato …

“Semi nutrienti per un futuro sostenibile” è lo slogan scelto per quest’Anno internazionale proclamato dall’Onu. Con un gesto simbolico, dopo il suo intervento, il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva ha piantato giovedì scorso una pianta di fave, dichiarando ufficialmente aperto l’Anno internazionale. Il ruolo dei legumi appare quanto mai importante per la nutrizione dell’uomo, degli animani a cui “possono essere destinati come foraggi e mangimi” e per lo stesso suolo, che può trarre beneficio “dai nutrienti che vengono rilasciati dalla loro coltivazione, in particolare per l’azoto che diminuisce la dipendenza dai fertilizzanti sintetici, oltre all’impatto ambientale”. In molte parti del mondo, i legumi sono parte della cultura alimentare e delle diete tradizionali,  un ingrediente chiave di molti piatti nazionali e regionali, dai falafel, al dahl, ai fagioli con chilli e al forno.

 

Abbiamo riso per una cosa seria 2016

Il riso è l’alimento più consumato in tutto il mondo, soprattutto tra i più poveri, e viene coltivato in quasi tutti i Paesi del mondo. 14 anni fa FOCSIV – Federazione Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario – lo ha reso protagonista della Campagna Abbiamo RISO per una cosa seria, a sostegno dell’agricoltura familiare in Italia e nel mondo: un modello che coniuga diritto al cibo e dignità dell’uomo, per un’ecologia integrale.       Il pacco di RISO 100% italiano, prodotto dalla Filiera Agricola italiana, rappresenta l’alleanza tra FOCSIV e Coldiretti, tra risicoltori italiani, coltivatori del Sud del mondo, entrambi condizionati dalle scelte imposte dall’agribusiness, ed i consumatori. Con i 106.000 chili di riso “Roma”, che verranno distribuiti il 14 e 15 maggio nelle piazze e nei mercati di Campagna Amica, diamo un contributo significativo e un grande messaggio: sosteniamo le aziende agricole italiane a dimensione familiare dando valore al loro prodotto che altrimenti sarebbe stato venduto sottocosto; inoltre sosteniamo 38 interventi differenziati per dare risposte a specifiche esigenze nelle comunità locali nelle aree più povere del mondo, realizzati dagli organismi federati alla FOCSIV.

riso x fb  L’agricoltura familiare libera i contadini ed i consumatori dalla schiavitù imposta dalle multinazionali dell’agroalimentare e dalla fame di milioni di uomini e donne; salvaguardando le biodiversità, le colture e le culture dei diversi popoli e paesi, nel pieno rispetto e custodia del Creato.