… alle vostre bambine e ai vostri bambini la vigilia del primo novembre, ovvero Halloween, solo da fine secolo XX ricorrenza di grande impatto mediatico e alto ritorno economico di supermercati, cartolerie e negozi specializzati.
In realtà la festa di Halloween (contratto da “All Hallows’ Eve” traducendo un termine arcaico che significa “Notte di tutti gli spiriti sacri“, ovvero la vigilia di Ognissanti ) con il suo grosso bagaglio di cultura e tradizione celtica, è stata trasformata in pre e dopocena di bambini mascherati a caccia di dolcetti non meglio specificati e di campanelli imbrattati di uova o sostanze appiccicose, anche accompagnati da genitori o animatori ancor più entusiasti e felici dei loro frugoletti …
Per carità, ogni occasione è ottima, per far festa …
… eppure occorre sapere che, la nostra Notte delle Lumere ( come si chiama in italiano e comunque retaggio di una cultura pre-cristiana), era posta, invece, come vigilia del 2 novembre, ovvero del giorno della commemorazione dei defunti (Morti, come si usava dire un tempo). Mia mamma mi raccontava che in famiglia si metteva una candela all’interno di una zucca (visto che è stagione, da cui si era tolta la polpa, messa in minestra e mangiata) e la si poneva alla finestra di casa, lasciata con gli scuri aperti. In quella particolare notte le anime dei defunti di casa sarebbero tornate a visitare i luoghi familiari: così si lasciava sul tavolo della cucina dell’acqua, del pane, del latte, del vino (così ciascuno dei grandi o piccoli defunti avrebbe trovato il ristoro più adatto). Per i bambini di casa, poi, c’erano le “favette dei morti”, dei biscotti fatti con farina, uova e le “armelline”, le mandorle all’interno dei semi di albicocca. Tutto torna, certo, ma in modo alquanto differente …