ogni giorno, nel Mese del Creato …
Arvo Pärt è uno dei musicisti viventi più abili e interessanti. E’ nato in Estonia, da cui ha dovuto allontanarsi per problemi con il regime della vecchia Repubblica Sovietica.Compositore appartato, con un acuto e dolente senso religioso e spirituale, rifiuta lo sperimentalismo e traduce in suoni le risonanze interiori. Sergio Sablich lo ha definito nell’articolo scritto a seguito di una sua intervista, con un’unica parola: ESSENZIALE. Un’altra definizione, data da lui stesso, può essere ancor più indicativa: “Potrei paragonare la mia musica alla luce bianca: essa contiene tutti i colori, solo il prisma può dividerli e farli apparire. Questo prisma potrebbe essere l’anima di chi ascolta. Amo molto gli zingari, i girovaghi, i viandanti, perché non sono soddisfatti di quello che hanno e cercano. Amo anche gli alcoolizzati e i malati nell’anima, perché soffrono e si pongono domande. Sono loro idealmente i miei compagni di strada. Anche se io mi esprimo con la musica, soffriamo e cerchiamo le stesse cose”. Nella medesima intervista Arvo Pärt diceva di sè: “Esiste una musica che costruisce ed esiste una musica che distrugge. La musica del passato, per esempio, quella antica del Medioevo e del Rinascimento, era una musica costruttiva. Lo scopo della musica, non solo di allora, ma anche di tutta la musica, è quello di costruire in un senso positivo. Il mio scopo come musicista è quello di scegliere fra i suoni secondo la mia natura, secondo le mie inclinazioni e il mio stato d’animo. Con la stessa naturalezza con la quale, quando vado al mercato, scelgo tra la frutta e la verdura quello che più mi piace e di cui ho bisogno. Così, con lo stesso spirito, scelgo anche le altezze e i rapporti fra i suoni.”
La sua musica accompagna le sequenze di film come Fahrenheit 9/11, Il Petroliere e Gravity, Mia madre, La grande bellezza, solo per nominarne alcuni. Per me la sua musica è AZZURRA: impalpabile, profonda, … da respirare proprio come un cielo azzurro!