“Il mio racconto corre e corre, anzi leprotta e ri-leprotta come me. Rotola, salta, vola, e ora si posa sulle antiche terre di popoli Atzechi, Maja e Incas”
Il coniglio e la luna piena – Atzechi, Maja e Incas
Narrano le storie che ci fu un tempo nel quale gli dèi erano molto in collera per alcuni fatti accaduti sulla terra, tra gli uomini, tanto che decisero di sterminarli. “Faremo cadere tanta pioggia da affogare il mondo, salveremo solo gli animali!” E così si apprestarono a fare. In mezzo alle bestie che avevano assistito ai discorsi degli dèi c’era l’astuto Coniglio. Impressionato da quanto appena ascoltato, Albar, questo era il suo nome, si diresse al monte, desideroso di andare sulla sua cima prima che l’acqua iniziasse a cadere. Era l’imbrunire quando raggiunse lo spiazzo sopra l’altura dove c’era una tenera erbetta appena tagliata, e gli venne fame. Così mangiò a volontà e si addormentò. Al mattino fu svegliato da un sommesso fruscio: un contadino, armato di una lunga falce, tagliava l’erba. Albar si nascose, e non uscì che al tramonto, fece la sua scorpacciata e si addormentò. Il contadino, al mattino, vide con sorpresa che l’erba che aveva tagliato era ricresciuta tale e quale al mattino precedente. A sera, invece di tornarsene a casa, si nascose a vedere quale magia faceva ricrescere la sua erba. Vide il Coniglio uscire dal nascondiglio e l’erba che, sotto le sue zampette, ricresceva d’incanto. Allora uscì urlando “ brutta bestiaccia, adesso ti ammazzo, così avrò finito di lavorare per niente!” Con un filo di voce Albar gli sussurrò “non farmi del male, se mi uccidi non ricaverai niente. Se mi lasci andare ti svelerò un segreto”. “Di quale segreto parli” con diffidenza gli chiese il contadino…
“Devi sapere che gli dèi hanno deciso di eliminare tutti gli uomini e tute le donne del mondo, faranno cadere tanta acqua da sommergere tutti. Tu costruisciti un cassone, entraci tu, la tua famiglia, i tuoi animali domestici e caricaci dentro tanta roba da mangiare”. Il contadino non era proprio convinto, ma lasciò andare il Coniglio e, ad ogni buon conto, fece tutto come egli gli aveva detto. La pioggia iniziò a cadere ininterrottamente, solo gli animali resistevano aggrappati sulle alture, aspettando che smettesse di piovere. Agli dèi non sfuggì quel cassone con uomini, donne, bambini e animali, pieno di provviste. Quando gli dèi fecero smettere la pioggia, il dio Gucumatz mandò il Passerotto ad informarsi di quanto era successo. Poi, visto che questi tardava, mandò il Colibrì che tornò riferendo al dio che era stato il Coniglio a spifferare tutto al contadino. Albar, mentre si stava rifocillando al solito posto, si trovò impigliato in una palla di luce mandata dagli dèi e discesa dall’alto. La palla cominciò a roteare e Albar fu portato verso l’alto, nel cielo. E lì si fermò. Gli dèi sentenziarono: “hai voluto salvare gli uomini, ora illuminerai le sue notti.” Il Coniglio era stato trasformato in Luna. Questo racconta il popolo chiconamel quando c’è luna piena che riempie di luce le piazze di Veracruz.
… Pepe vi saluta dicendo: “il mio racconto non è ancora stanco di correre, spicca un salto e torna tra le nuvole…”
Favola di Ettore Fasolini per Emi Editrice Missionaria Italiana – illustrazioni di Fabrizio Zubani
