Nel 1405, dopo le dominazioni degli Estensi (dal 1056) dei Dalla Scala (fino al 1318) e, ultimi, i Da Carrara, i territori dell’allora denominata Villa Placentia passarono con la vicina Este sotto la giurisdizione della Repubblica Veneta, i cui podestà risiedevano a Castelbaldo.
La grande bonifica avviata nel 1558 prosciugò, come raccontato negli articoli precedenti, il cosiddetto Lago di Vighizzolo: esso comprendeva i territori attuali di Santa Margherita d’Adige, Megliadino, Vighizzolo, parte di quello Ponso e, appunto, Piacenza precisamente nella località che ancor’oggi si chiama Valli. Le ricche famiglie veneziane acquistarono i terreni asciutti e gli abitanti divennero piano piano braccianti o lavoratori forzati e cooptati nei lavori di bonifica. Non ci fu un arrecato benessere da questa invasione di nobili neo imprenditori agricoli, tranne, ovviamente, per gli stessi nuovi proprietari terrieri. I Contarini, i Cornaro, i Morosini, i Dolfin, i Querini e i Mocenigo costruirono qui i loro palazzi per la villeggiatura estiva, tutti contornati da muri e siepi, spesso direttamente affaccianti sull’Adige o sui canali della Frattesina. Nel periodo estivo, infatti, risalivano da Venezia a Verona e scendevano l’Adige, una vera strada “liquida” con “restare” (punti di stazionamento) per i “burci”, i barconi usati per il trasporto fluviale. I burci scendevano l’Adige con la corrente ma dovevano poi risalire la corrente verso Verona trascinati da buoi o cavalli.

Il palazzo detto “Rosso”, antica villa di villeggiatura e di caccia dei conti Cornaro, che sorgeva sulla strada che porta alla frazione di Balduina (abbattuto a metà dello scorso secolo per far posto ad alcune case), dava direttamente accesso al fiume. Persino la regina di Cipro, Caterina Cornaro (Venezia 1454/Asolo 1510) figlia di Marco ramo Corner di San Cassiano, pare soggiornasse nel palazzo di famiglia. Venezia fu generosissima con Caterina, di ritorno il 6 giugno 1489 dopo 16 anni in Cipro, tributandole un’accoglienza immensa. C’era anche il Bucintoro, dove la regina prese posto vicino al Doge, Agostino Barbarigo. Dopo un forte temporale, ma di breve durata, il corteo, accompagnato dal suono delle campane si recò in processione nella Basilica di San Marco dove venne celebrato un solenne pontificale e dove Caterina rinnovò la rinuncia alla corona di Cipro in favore della Serenissima. Da allora ogni anno il 5 di settembre a Venezia si festeggia con la Regata Storica il ricordo di tale accoglienza.
Un altro Cornaro (o Cornèr) famoso per le nostre zone è Alvise noto come Luigi (Venezia forse 1484 – Padova 1566), che studioso e mecenate di scienziati e artisti, tra cui il Ruzante e il Falconetto. Naque da Antonio di Giacomo, discendente del doge Marco Cornaro, e Angeliera Angelieri, omonimo dello zio materno Alvise, da cui si trasferì a cinque anni e che gli lasciò in eredità, nel 1511 alla sua morte, case e proprietà terriere sparse tra Este e Chioggia. Ebbe così la possibilità di dedicarsi a studi di agricoltura, idraulica e architettura. Costruì ville e altri edifici (compresa l’Odeo e la Loggia Cornaro, pensati per la musica ed il teatro), si dedicò a molte opere di bonifica nei territori di sua proprietà, in special modo dighe e canali per controllare le acque al fine di estendere le zone coltivabili. Le sue attività e gli spostamenti per seguire i lavori di bonifica nelle sue terre della Bassa Padovana gli fecero scrivere nel suo trattato “Discorso sulla vita sobria”:
– sono così agile che posso ancora cavalcare e salire ripide scale e pendii senza fatica. Sono di buon umore e non sono stanco della vita. Mi accompagno ad uomini di ingegno, che eccellono nella conoscenza e nella virtù. Quando non posso godere della loro compagnia, mi do alla lettura di qualche libro ed alla scrittura. –

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