Pieve Santa Maria è un compatto agglomerato isolato, lungo l’Adige, sul confine del territorio di Verona, dal quale sembra avere ricevuto una qualche influenza vista l’intitolazione primitiva della chiesa. Sorge nei pressi di un attracco fluviale all’Adige e si trova un po’ discosta da una compatta costruzione, forse i resti di un convento di monaci predicatori.
Esisteva già nel 1696 la chiesa campestre di S. Zeno, che aveva un annesso cimitero per i morti di peste e gli annegati. Nel 1776 fu ampliata e poi intitolata a S. Maria della Neve, ma ancora oggi tutti la riconoscono come san S. Zeno. Nonostante i documenti certi che la datano nella storia, sulle murature del tempietto emergono tracce di un più antico passato: finestrelle di tipo romanico appaiono infatti sulle sul lato sud, assieme a grosse pietre di recupero. Sono chiare inoltre le arcatelle del primitivo cornicione e nel complesso evidenti sono le dimensioni dell’intera antica costruzione. Il tutto avvicina le linee dell’antica chiesetta alle “sorelle” – pievi o piccole parrocchiali del territorio della Sculdascia – costruite intorno all’anno Mille. All’interno, l’altare della Vergine è inserito nel contesto di un Barocco tardo e popolare, mentre la piccola aula è coperta dalle capriate della settecentesca sopraelevazione.
La statua di S. Maria della Neve ora è conservata al museo diocesano di Padova.