ogni giorno, nel Mese del Creato …
un riccio mezzo addormentato fra le foglie e la siepe
• Conservazione del Creato
ogni giorno, nel Mese del Creato …
un riccio mezzo addormentato fra le foglie e la siepe
Novembre: il mese di san Martino. Fino a pochi decenni fa l’11 novembre segnava la chiusura dell’anno agricolo e dei contratti di mezzadria, il pagamento dei raccolti e la definizione di ogni pendenza. Per questo Novembre viene dedicato alla Salvaguardia del Creato.
Ogni giorno, lungo tutto il mese pubblicheremo una foto, un reportage, un video od un articolo. Seguiteci …
Con l’ultimo frammento dell’articolo uscito sul numero 3 anno 27 rivista trimestrale R.A. sul “nostro” Boschetto delle Lepri, nel settembre del 2014, chiudiamo questa “parentesi” a cavallo dell’anno del nostro blog. Una parentesi che guardava a giorni di festa ma anche di raccoglimento, in parallelo a quanto fa la terra d’inverno, di idee, di forme e di forze.
La VOCAZIONE del custodire…la BELLEZZA del CREATO
Conservazione del Creato: ci basterà dire che Papa Francesco, quattro giorni dopo l’elezione al soglio pontificio, il giorno di s.Giuseppe 2013 disse “… la vocazione del custodire non riguarda solo noi cristiani: ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel libro della Genesi e come ci ha mostrato San Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo … “. Questo è il nostro progetto: la cura di una piccola frazione di terra, parte del grande pianeta Terra, affidataci come un lascito. Un prestito di cui dovremo, un giorno, rendere conto. Mara e Nando
Continua la pubblicazione della quinta parte dell’articolo uscito sul numero 3 anno 27 rivista trimestrale R.A. sul “nostro” Boschetto delle Lepri, nel settembre del 2014:
La VOCAZIONE del custodire…la BELLEZZA del CREATO
Permacultura è una parola che ne unisce tre ovvero permanente, coltura e cultura: una coltura permanente che diventa Cultura Permanente (non a lavorare il terreno troppo in profondità, no alle coltivazioni intensive, no alle mono-coltivazioni ettaro su ettaro, sì all’uso solo di materiale usano organico per la concimazione o per tenere sotto controllo i parassiti, sì a coltivare per “assonanza” botanica (come dire: ci sono simpatie fra fiori, frutti e ortaggi e chi sta bene assieme lavora meglio e produce di più), sì a piante tradizionali della zona o utili per il contadino e quante più possibile e di più specie diverse. E’ un termine elaborato dall’australiano Bill Mollison negli anni ’70, ma deriva da un’intuizione agli inizi dello scorso secolo del giapponese Fukuoka e sviluppata negli anni ‘50 della spagnola Emilia Hazelip .
Ecco il quarto frammento dell’articolo uscito sul numero 3 anno 27 rivista trimestrale R.A. sul “nostro” Boschetto delle Lepri, nel settembre del 2014:
La VOCAZIONE del custodire…la BELLEZZA del CREATO
Multicultura: nel bosco ci sono alberi vecchi e scricchiolanti dalle grandi chiome, alberi adulti forti ed agili, piccoli polloni fragili, ci sono arbusti e fiori e rampicanti, funghi e more, piccoli animali selvatici e uccelli e insetti e bisce. Nessuno semina, nessuno raccoglie, nessuno annaffia eppure tutto prospera e ciascuno trae nutrimento, protezione, riparo adeguati. Le varie specie animali o vegetali dividono lo stesso territorio e bilanciano le necessità e le stagionalità della loro vita: i bambini afferrano facilmente questo concetto, per esempio quando vedono l’orto in cui convivono, fianco a fianco nelle assolate giornate estive, la prosperosa pianta di pomodoro e il delicato basilico. E per grandi e piccini aggiungiamo tutto quello che può insegnare la multiculturalità contenuta nella danza: danze da tutto il mondo e da fare tutti insieme a tutte le età e tutti per mano; danza è stare insieme come le diverse anime del Bosco.
Continuiamo la pubblicazione dell’articolo uscito sul numero 3 anno 27 rivista trimestrale R.A. sul “nostro” Boschetto delle Lepri, nel settembre del 2014:
La VOCAZIONE del custodire…la BELLEZZA del CREATO
Cultura: il semplice sapere contadino ha radici sagge e antiche; se vuoi piantare un certo seme , vederlo attecchire e prosperare devi sapere esattamente quando farlo (in luna crescente, calante, fra un certo Santo del calendario e un altro, etc…) e questo può essere diverso a distanza solo di 10 chilometri di qua e di là di un colle o di un fiume. Ma siamo nel 2014 e non si può prescindere dalla modernità (non quella che ti fa irrorare un pesticida o un diserbante o servirti di sementi geneticamente modificate che non si ammalano ma che non puoi riprodurre): la modernità che mette in rete il sapere di sperimentatori, di pionieri dell’agricoltura, di filosofi della terra e che porta sviluppo sostenibile e accettabile per tutti, per noi che abitiamo qui, per gli altri cittadini italiani come per gli abitanti del Sud del mondo. Questa è la cultura che ci interessa e di cui vogliamo innamorare i nostri visitatori adulti.
Pubblichiamo la seconda parte dell’articolo uscito sul numero 3 anno 27 rivista trimestrale R.A. sul “nostro” Boschetto delle Lepri, nel settembre del 2014:
La VOCAZIONE del custodire…la BELLEZZA del CREATO
Cominciamo con ordine: Acqua… non c’è che acqua… sopra, sotto, dentro e fuori, invisibile, che si fa aspettare o che non arriva mai, abitata e preziosa: i bambini, anche piccoli, sono incantati dagli stagni (che abbiamo scavato noi per raccogliere l’acqua piovana e ridare vita a una porzione di terra sabbiosa che non poteva, altrimenti, essere coltivata), dalle scoline, dal vecchio Fontanazzo (una sorgente antica che zampillava appunto come una fontana, prima che negli anni Settanta importanti lavori sull’Adige bloccassero la falda acquifera). Sono incantati quando scoprono che l’acqua è bagnata (che scoperta, vero…? Ma ai piccoli serve semplicità ed essenzialità e il resto lo fanno da soli) e quindi se si tocca l’erba ed è umida, vuol dire che c’è la rugiada. Sono incantati quando guardano a pancia in su il passaggio e il movimento delle nuvole. Sono incantati quando osservano l’acqua che scende dal rubinetto finchè si lavano i denti: invece di sparire nello scarico facciamo in modo che la vedano riempire una grande bacinella; è tanta, dicono, troppa quando capiscono che se finisce direttamente nel lavandino non la si può più riutilizzare e va sprecata
Pubblichiamo a puntate l’articolo uscito sul numero 3 anno 27 rivista trimestrale R.A. sul “nostro” Boschetto delle Lepri, nel settembre del 2014:
La VOCAZIONE del custodire…la BELLEZZA del CREATO
Immaginiamo di arrivare dall’alto alla fattoria, sulle ali di un airone cinerino o di un’anitra selvatica. Come li osserviamo spesso fare, virano al ponte strallato sull’Adige fra Badia Polesine e Piacenza d’Adige, seguono il fiume per 500 metri e atterrano nei pressi della golena. Fra rettangoli verdi, gialli o color dell’oro a seconda della stagione, fra poderi e filari di meli o peri, ecco apparire a ridosso del bosco di acacie, ailanthuses e sambuchi, un grande gazebo giallo, tre costruzioni di legno, sei spaziose ellissi disegnate da piante, luccichii d’acqua, sentieri tracciati o alberati, macchie di colore, piccoli spazi a prato: il Boschetto delle Lepri.
E’ un luogo tranquillo, immerso nella campagna della bassa Padovana, al confine tra le provincie di Padova e Rovigo. Nelle immediate vicinanze si può andare a piedi o in bici sugli argini spaziosi seguendo il fiume fino al mare, oppure alle città murate di Este, Monselice e Montagnana, verso i colli Euganei o Berici, in visita alle abbazie di Carceri e Vangadizza. E’ una Fattoria Didattica ma non ci sono animali in gabbia (chissà perché pensando alla didattica molti pensino automaticamente agli animali …), soltanto selvatici e liberi: lepri, come dice il suo nome, fagiani e molte specie alate. Le parole chiave da noi sono altre: in ordine alfabetico e con la lettera maiuscola: Acqua, Cultura e Multicultura, Permacultura, Salvaguardia del Creato.